Piz Boè

L'imponenza di una montagna

Una funivia che ti porta in alto, se non ami faticare, poi una montagna complessa e facile. Altopiani a perdita d'occhio, valli profonde, pinnacoli e torri e tante tante vette minori. Se non fosse per la folla, ... un paradiso


Con i suoi 3152 metri di altezza il Piz Boè è una vetta sicuramente molto gettonata sia per la sua ragguardevole quota che per la facilità con cui è raggiungibile dai più che si avviano dai 2950 metri del Sass Pordoi, a sua volta è servito da una funivia che sale dall’omonimo passo. Volendo però guadagnarsi questa cima con un pò più di impegno e conoscere da vicino gli ambienti che caratterizzano questo importante gruppo è possibile approcciare la salita attraverso la Val Lasties che consiste in una profonda e lunga incisione che si incunea tra pareti altissime costellate di svettanti torrioni fino ad entrare proprio nel cuore del massiccio. L’attacco del sentiero, il 656, è ad un tornante della statale che sale al Passo Sella nei cui pressi si trovano delle piazzole per lasciare l’auto; una palina con indicazione è ben visibile proprio al lato del tornante. Tanto per iniziare il sentiero scende subito ripido per raggiungere il fondo di un fosso dove scorre un ruscello, si lasciano così sul terreno un centinaio di metri di quota che subito dopo si riprendono con i dovuti interessi percorrendo un tratto irto che conduce fuori dal bosco e per prati si raggiunge un pianoro da cui si ha una bella vista sull’intero comprensorio che va dal Col Rodella al Sassolungo. Dopo un breve tratto pianeggiante la traccia riprende a salire fino a portarsi all’imbocco vero e proprio della Val Lasties di cui si ha subito idea della vastità e di quanto profonda sia l’incisione dento cui ci troviamo guardando verso le pareti verticali alte centinaia di metri che chiudono l’orizzonte in ogni direzione. Si procede prendendo quota per successivi gradoni che sia alternano a pianori con qualche rivolo d’acqua originato da nevai non ancora completamente estinti sino ad arrivare nei pressi della testata della valle che è sbarrata da una parete verticale di scura roccia che si aggira affrontando una discreta salita su di un ghiaione sul lato del vallone fino a portarsi sopra alla parete che ne costituisce lo sbarramento. La quota raggiunta inizia ad essere ragguardevole e la vista si amplia bel oltre gli orizzonti ristretti del fondovalle: si nota più in alto la stazione di arrivo della funivia sul Sass Pordoi ed anche la piramide sommitale del Piz Boè già si intravede a distanza. Ci si avvia su un vasto altopiano da cui si può osservare la conformazione di questa vasta montagna: la vista spazia sopra a questo immenso basamento di pietra da cui si elevano un moltitudine di cime multiformi, alcune appena accennate altre più appariscenti. Procedendo in piano si raggiunge un crocevia di sentieri alla Forcella d’Antersass dove una palina indica le due opzioni per raggiungere il vicino Rifugio Boè: superando la modesta elevazione dell’Antersass con un sentiero che passa per la cima oppure prendendo per il tratto di via attrezzata che aggira alla base l’elevazione con un traverso facile, breve ma abbastanza esposto. Giunti al rifugio non rimane che affrontare l’ultimo tratto di salita che conduce sulla cima, dapprima su un brecciaio e poi per un breve tratto molto panoramico ed attrezzato con fune e qualche staffa (in alternativa c’è comunque un passaggio che non richiede assicurazione) che introduce all’ultimo traverso diretto alla vetta da cui la vista spazia sull’intero massiccio.